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Preparazione GMAT: +100 punti in 3 mesi è possibile

📅 8 Settembre 2025⏱️ 9 min di lettura✍️ Giulio

Scopri come un piano mirato e strategie pratiche rendono realistico migliorare di oltre 100 punti al GMAT in tre mesi.

Preparazione GMAT: +100 punti in 3 mesi è possibile

Prepararsi al GMAT significa affrontare una delle prove più selettive per l'ammissione a un MBA. Chi teme di non avere abbastanza tempo si chiede spesso se sia possibile guadagnare cento punti o più in soli tre mesi. Con un piano di studio mirato e strategie specifiche il progresso è concreto. Non si tratta di accumulare manuali, ma di capire quali sezioni incidono davvero sul punteggio, come sfruttare le simulazioni e come trasformare ogni errore in un'occasione di crescita. Nei prossimi paragrafi vedremo come rendere la preparazione GMAT un percorso strutturato, con tecniche e accorgimenti capaci di fare la differenza in poco tempo.

La preparazione GMAT in 3 mesi è davvero fattibile?

Un miglioramento di cento punti può sembrare ambizioso, ma non lo è per chi parte da un punteggio medio. Il GMAT valuta logica, resistenza e gestione del tempo: abilità che si allenano con metodo. Un candidato che inizia con 580, ad esempio, può puntare a 680 se concentra le energie su simulazioni regolari e correzione mirata degli errori.

Chi lavora a tempo pieno può organizzarsi dedicando tre sere a esercizi mirati e il weekend a un test completo. Così lo studio diventa sostenibile e produce progressi costanti. Non serve stravolgere la vita quotidiana, ma integrare la preparazione come una routine ben scandita.

Per orientarsi sui margini di miglioramento possibili, il riferimento resta il Graduate Management Admission Council, che fornisce materiali ufficiali e informazioni sulla struttura e i punteggi del test.

Strategie di studio mirate: dove concentrare gli sforzi

Studiare tutto in modo uniforme non è la scelta migliore per ottenere un salto di cento punti. Il GMAT premia chi sa individuare le aree più redditizie su cui lavorare e dedicare tempo in modo mirato. Concentrarsi sulle sezioni con maggiori margini di crescita permette di guadagnare punti più rapidamente.

Un candidato con difficoltà nel Quantitative, ad esempio, può investire le prime settimane a rafforzare data sufficiency e problem solving, due tipologie di quesiti che ricorrono spesso. Al contrario, chi ha una buona base matematica ma fatica nel Verbal dovrebbe esercitarsi su Reading Comprehension, imparando a individuare velocemente la logica di un testo senza leggere parola per parola.

Organizzare un piano studio GMAT significa stabilire priorità, non solo quantità. Tre mesi sono sufficienti se ogni ora di lavoro è destinata a un obiettivo specifico, invece che dispersa in ripassi generici.

Trucchi veloci per il Quantitative

La sezione quantitativa non richiede calcoli complessi, ma rapidità e intuito. Di fronte a un problema di proporzioni con numeri grandi, spesso basta semplificare con stime e multipli facili, risparmiando minuti preziosi. Allo stesso modo, riconoscere pattern ricorrenti nei problem solving permette di ridurre la quantità di calcoli.

Come affrontare il Verbal con metodo

Il Verbal premia la capacità di eliminare in fretta le risposte errate. In Sentence Correction è utile scartare subito le opzioni che violano regole basilari di grammatica inglese, restringendo il campo prima di analizzare i dettagli. Nelle Reading Comprehension, invece, segnare le frasi chiave durante la lettura evita di dover rileggere l'intero brano.

Simulazioni e timing: il vero allenamento da fare

Le simulazioni sono lo strumento più efficace per trasformare lo studio in risultati concreti. Non servono solo a verificare la preparazione, ma insegnano a gestire tempi, concentrazione e resistenza mentale, elementi che spesso incidono più delle nozioni.

Un candidato che si allena solo con esercizi singoli può arrivare al test convinto di essere pronto, salvo poi crollare dopo la prima ora. Chi invece introduce simulazioni cronometro già dal secondo mese impara a mantenere il ritmo e a riconoscere i propri punti deboli. Un esempio è lo studente che, grazie a due simulazioni complete a settimana, scopre di perdere minuti preziosi su domande di media difficoltà e impara a passare oltre.

Il timing non si improvvisa. Abituarsi a segnare la scansione dei minuti o a fissare checkpoint a metà sezione evita di arrivare agli ultimi quesiti senza tempo. Le piattaforme ufficiali come l'Official Guide GMAT consentono di allenarsi in condizioni simili a quelle dell'esame, fornendo dati utili per calibrare il piano di studio.

Tecniche di gestione ansia e concentrazione durante il GMAT

La preparazione non riguarda solo contenuti e simulazioni: la gestione dello stress è un fattore decisivo per guadagnare punti. Anche candidati ben preparati possono perdere lucidità davanti al timer e commettere errori evitabili. Allenare la concentrazione è quindi parte integrante di un percorso efficace.

Esempio 1 – Quantitative
Durante una simulazione, Andrea rimane bloccato su un problema di geometria che non riesce a impostare. Con il tempo che scorre, la tensione sale. Dopo due tentativi decide di applicare la regola provata in allenamento: segnare la domanda e passare oltre. Questo approccio gli consente di completare la sezione e, tornando al quesito con più calma, lo risolve in meno di un minuto.

Esempio 2 – Verbal
Chiara fatica con i Reading Comprehension: perde tempo a leggere ogni parola e si innervosisce quando il timer stringe. In allenamento ha imparato a sottolineare solo la frase iniziale di ogni paragrafo e a segnare due parole chiave. Così mantiene la concentrazione e, al momento delle domande, dispone già di una mappa mentale del testo. Il giorno dell'esame questa tecnica le fa risparmiare quasi dieci minuti.

Esempio 3 – Integrated Reasoning
Luca trova la sezione Integrated Reasoning stressante per la mole di dati nei grafici. In simulazione si era abituato a prendersi dieci secondi prima di ogni domanda per osservare l'intero grafico senza leggere nulla. Questa pausa riduceva la frenesia e lo aiutava a individuare subito i dati rilevanti. Dopo tre settimane di pratica la sezione, inizialmente fonte di ansia, è diventata un'area stabile del suo punteggio.

Le simulazioni in ambienti simili a quelli dell'esame, con telefono spento e tempi rigorosi, riducono l'ansia legata al contesto. Strategie come fissare checkpoint mentali ogni dieci domande o imparare a scartare rapidamente le opzioni impossibili aiutano a non farsi sopraffare dalla pressione.

Per approfondire il legame tra stress e performance cognitive, una risorsa utile è l'American Psychological Association.

Errori che costano punti (e come evitarli)

Alcuni errori ricorrenti compromettono la preparazione più del previsto. Il primo è accumulare materiali senza un criterio: manuali, app e dispense usati in modo casuale creano confusione e rallentano i progressi. Meglio scegliere poche risorse affidabili e seguirle fino in fondo.

Un altro sbaglio è trascurare la gestione del tempo. Ci sono candidati che conoscono bene i contenuti ma non riescono a completare le sezioni nei limiti previsti. Inserire prove a tempo già durante la preparazione riduce questo rischio e abitua a mantenere il ritmo.

C'è poi chi rimane troppo sulla teoria senza passare alla pratica. Conoscere regole e formule è utile, ma non garantisce automatismi. Un esempio comune è lo studente che ripassa la grammatica inglese ma non affronta Reading Comprehension complete: il giorno del test fatica a orientarsi su testi lunghi.

Evitare questi errori significa guadagnare punti che si rischierebbe di perdere inutilmente. Per approfondimenti e analisi strategiche, una risorsa utile è Poets&Quants.

Risorse utili e strumenti per prepararsi meglio

Scegliere le giuste risorse è determinante per una preparazione efficace. I materiali ufficiali restano il punto di partenza perché garantiscono affidabilità e fedeltà allo stile del test. L'Official Guide GMAT è il riferimento più completo, con domande reali e spiegazioni dettagliate.

Le piattaforme online offrono un supporto utile, soprattutto per chi ha bisogno di flessibilità. Alcuni servizi consentono di personalizzare i test per livello e sezione, così da lavorare sui punti deboli. Anche le app dedicate possono servire per brevi sessioni quotidiane, purché considerate come complemento e non come unica fonte.

Chi preferisce un approccio più strutturato può valutare corsi di preparazione proposti da enti specializzati. È importante però verificare la qualità e scegliere programmi che includano simulazioni a tempo. Per aggiornamenti e informazioni ufficiali rimane centrale il Graduate Management Admission Council.

Integrare risorse ufficiali, strumenti digitali e un piano di studio coerente permette di sfruttare al meglio i tre mesi di preparazione senza disperdere energie.

Domande frequenti sulla preparazione GMAT

In 3 mesi si può davvero migliorare di 100 punti?

Sì, se si segue un piano mirato. Tre mesi di studio costante, con simulazioni regolari e correzione degli errori, permettono progressi concreti e misurabili.

Quali sono le sezioni migliori su cui puntare per fare progressi rapidi?

Dipende dal profilo. Chi ha basi matematiche deboli può guadagnare molto lavorando sul Quantitative, mentre chi fatica in inglese ottiene risultati concentrandosi sul Verbal.

Meglio tante ore di studio o poche ma costanti?

La costanza è più efficace. Sessioni regolari, anche brevi, garantiscono maggiore assimilazione e riducono il rischio di affaticamento rispetto a lunghe maratone di studio.

Quante simulazioni servono per essere pronti?

Almeno cinque o sei simulazioni complete aiutano a gestire tempi, resistenza e ansia. Distribuirle nelle ultime settimane permette di arrivare all'esame con maggiore sicurezza.

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